LEONI INDOMITI
Torniamo a raccontare del Derthona nei suoi anni pionieristici, dei suoi anni d'oro, quelli che lo vedevano affrontare squadre che poi entreranno nella storia del calcio italiano.
Questa settimana parliamo della stagione 1933/1934 dove il Derthona partecipa al campionato di serie B per la seconda volta nella sua storia, dopo aver fatto la sua prima apparizione in questo torneo nella stagione 1930/1931. L'anno precedente i bianconeri disputano il campionato di Prima Divisione girone D, vincendo il torneo con 36 punti, uno in più della coppia composta da Alessandria e Savona. Nel girone finale la squadra si piazza in terza posizione alle spalle del Viareggio e del Vicenza, ma per allargamento dei quadri viene ammesso alla Serie B.
Sotto la guida dei due allenatori Piccini e Rebuffo, la squadra si prepara al meglio per ben figurare sui campi della penisola. Il torneo è disputato contro Cagliari, Catanzarese, Legnano, Messina, Novara, Pavia, Pro Patria, Sampierdarenese, Seregno, Spezia, Viareggio e Vigevanesi. La società non aveva però le spalle tanto robuste per poter sostenere impegni così importanti. Si va avanti allora con i pochi sovvenzionamenti del comune, ci si arrangia alla bell'e meglio, come nel caso della trasferta a Messina, dove dopo un interminabile viaggio in terza classe "...con le provviste di viveri alla militare (la carne in scatola è economica e nutriente) nella valigetta di cattivo cartone fra ginocchiere e mutandine..." (dal Guerin Sportivo), ai Leoncelli viene offerto vitto e alloggio dal vescovo di Nicotera e Tropea, originario del tortonese.
In quegli anni diventa una routine, un'abitudine chiedere il solito contributo finanziario che permetta di portare a termine i vari campionati, intanto si è abbastanza sicuri che il Podestà di turno avrebbe firmato una delibera per concedere una somma a favore del Derthona F.B.C., se non altro per "...continuare a tener desto l'amore per le esercitazioni fisiche della gioventù", come scriveva in una lettera il presidente Goggi al Podestà Boragno. Ma tutto ciò non fa altro che ritardare la costituzione di una struttura organizzativa autosufficiente, e fa si che questo rimanga il punto debole della società.
Detto ciò il 5 novembre 1933, il Derthona affronta al campo di via Fornaci il Cagliari, e andò così:
"I bianconeri hanno ritrovato la via della vittoria di fronte alla squadra del Cagliari la quale, per la verità, è mancata un poco all'attesa. Nel primo tempo i rossoblu, specialmente per merito del loro portiere Pallotta, hanno potuto contenere le ondate offensive del Derthona e solo al 29' Croce è riuscito a violare la rete degli ospiti. Il Cagliari ha dato segno di risveglio nel secondo tempo, ma i pochi tiri indirizzati verso Sacchi sono stati respinti facilmente. Il Derthona, riprese le redini della partita, ha colto un nuovo punto al 16' con Nizzi e nel finale di partita, al 43', Chiesa ha arrotondato il bottino su calcio di rigore. Terreno pesante e pioggia continua." (da "La Stampa").
DERTHONA: Bonadeo, Mangino, Chiesa, Muratori, Rolandi, Riso, Nizzi, Taverna, Piccinini, Crotti, Croce.
CAGLIARI: Pallotta, Navone, Guerrini, Gobbetti, Cattaneo, Banfi, Fradelloni, Francovig, Cipriani, Bacilleri, D'Alberto.
Dopo questa prestigiosa vittoria ottenuta alla nona giornata del girone d'andata, il Derthona non riuscì a vincere più nessuna partita, e con soli nove punti in classifica si piazzò all'ultimo posto. Sarebbe retrocesso in Prima Divisione proprio con il Cagliari, ma in seguito entrambe le squadre furono riammesse in Serie B per allargamento dei quadri; il torneo fu vinto dalla Sampierdarenese.
BAFFO su fonte "Derthona anno novanta"