ACCADDE OGGI NEL 1984 : ALESSANDRIA - DERTHONA 1-3

1984-85 ALESSANDRIA - DERTHONA 1-3

 

 

 

 



CHAPEAU AL DERTHONA

DI SALVIONI!

Sappiamo tutti cosa succede quando si inizia a flirtare con una bella donna no? C’è interesse, ci si guarda, ci si studia, ma non ci si lascia andare veramente fino a quando scatta quel qualcosa in più. Bene, in tanti della generazione di fine anni ’60/inizio ‘70, quel qualcosa in più verso la vera fidanzata di tutti noi, il Derthona, (mogli, compagne e fidanzate difficilmente leggeranno queste pagine), è scattato nel Dicembre del 1984.

 

Stadio Moccagatta di Alessandria, per i “pazzi di Derthona” molto meglio di San Siro o dello Juventus Stadium: l’Alessandria è formata dai vari Beccari, Carrera, Camolese, Sgarbossa, Marescalco & C. e se non sale in C1 è un fallimento; il Derthona è quello di

 

 

PIACENTINI 

 

LONDI  TORRI  GABBANA  SIGNORONI

 

PAGANO  SALVIONI   RAVAZZOLO  CENCI

 

CAPPELLARI  MOLTENI 

 

 

Dopo le vittorie con Voghera, Prato e Torres, Angelo Domenghini, il messicano, ha già fatto cose che a Tortona non si vedevano da quindici anni ed ad Alessandria ci si presenta con due punti di vantaggio sui cugini. 5000/6000 gli spettatori, un’enormità. Sul terreno di gioco passano l’auto pubblicitaria e l’uomo-sandwich mentre sul dischetto di centrocampo c’è il treppiede con i cartelloni degli sponsor. Per noi giovanotti un po’ di paese, praticamente la Serie A.

 

La Curva dei grigi è stracolma e stracattiva, da “Davide di fronte a Golia” l’unica cosa che ci sostiene è che le facce conosciute in gradinata sono tante. E ci sono anche quelli del Bar Jolly, i vari Majo, Cajo, gente grossa insomma, che se a fine partita c’è da scappare può darti una mano a non finire nella bolgia. La speranza è di strappare il pareggio con i denti, vincere lì, contro quell’avversario e contro 5/6000 spettatori, non è nella forma mentis di nessuno.


1984-85 ALESSANDRIA - DERTHONA 1-3
Dall' Archivio della Stampa

 

 

Si inizia.

Il Derthona è in maglia nera e pantaloncini bianchi, sul petto fa bella mostra uno stupendo “Città di Tortona”. Ciccio Marescalco, 19 gol a fine stagione, prova qualche guizzo dei suoi ma la sensazione è che faccia più fatica del previsto. Camolese e Sgarbossa sono inesauribili a centrocampo ma dalle parti di Piacentini non ci arrivano mai.

 

I Leoncelli se la giocano insomma, ci sono, dimostrano che non stanno frequentando l’alta classifica per caso; già questo è mica poco e pian pianino la famosa autostima, quella di cui oggi si parla tanto, cresce a dismisura soprattutto in noi tifosi; i giocatori, loro, probabilmente ce l’avevano già.

 

Salvioni a metà campo pressa come Gattuso ed imbecca come Platini, Cenci se viene chiamato il piccolo Zico un motivo ci sarà, Pagano è un ex che ad Alessandria non giocava e che si sa che carriera farà negli anni a venire: Paolo Maldini lo definirà “il giocatore che mi ha messo più in difficoltà”. Paolo Maldini, mica pimplaca.


1984-85 ALESSANDRIA - DERTHONA 1-3 Enrico Signoroni 0-1
Enrico Signoroni 0-1

Ad un certo punto il miracolo: palla recuperata a centro campo, Signoroni, un ragazzino nella nidiata della Cremonese, sale in fascia destra, si attende lo scarico oppure un cross e lui cosa fa? Entra in area, assume una posizione quasi innaturale e calcia in porta. Beccari si allunga ma non ci arriva. Gol. Enrico impazzisce, noi sulle gradinate idem, anche se c’è una certa paura ad esultare, da un lato perché non può essere vero, dall’altro perché al Moccagatta la sberla è sempre in agguato. Altri sette minuti da sogno, “che allenatore Domenghini”, “che giucadur Salvioni”, dopodiché, al 44°, il guizzo di Marescalco si materializza inesorabile ed è l’1-1. Peccato. Ma era questione di tempo, pensiamo tutti. Se finisse così c’è comunque da leccarsi le dita, l’intervallo è un misto di gioia, speranza e paura.

1984-85 ALESSANDRIA - DERTHONA 1-3 Cenci Gol 1-2
Cenci Gol 1-2

Si riprende. Nel secondo tempo non ci sono né crolli, né assedi subiti, né palle lunghe e pedalare: il Derthona continua a giocare, bene, benissimo, il baffo di Londi presidia la fascia e Gabbana, buonanima, quel giorno ricorda Augenthaler.

 

I minuti passano, il match è tiratissimo, il livello tecnico incredibile. Le nostre speranze ovviamente crescono. Dopo una mezz’ora di dominio tortonese il timore della beffa è la cosa che dà più fastidio ed invece cosa succede? Al minuto 73° il piccolo Zico, “Cenci gol Cenci gol”, ne combina una delle sue e di testa urla a Beccari il classico “valà a pià”.

 

Si esplode.

 

Adesso sì, adesso è tutto vero perché il 2-1 non è un caso bensì il frutto di una squadra in quel momento nettamente superiore all’altra. La paura delle botte viene surclassata dalla gioia incontenibile ed incontenuta; nella gradinata del “Mocca” sale un “Derthona Derthona!” non più timido ed anche i giocatori si girano verso gli spalti con gli occhi entusiasti di chi sta vivendo un’impresa. Calma, calma. Manca più di un quarto d’ora. Alessandria all’arrembaggio? Niente da fare. Nella terra di un uomo solo al comando, c’è una squadra sola in campo. Salvioni, Ravazzolo, Pagano, cross per Cappellari ed è l’ 1 a 3 al minuto 78. L’arbitro convalida, lo guardiamo bene mentre gira il braccio verso il centrocampo. A quel punto non è più gioia, è delirio. Come disse il cronista napoletano dopo una vittoria del Napoli a Torino, “uccidetemi qui, voglio morire qui”.


1984-85 ALESSANDRIA - DERTHONA 1-3 DOMENGHINI
Dall' Archivio La Stampa

Nella curva dei grigi lo striscione che gli ultras si passano sulla testa sparisce, le bandiere e le sciarpe scompaiono anch’esse velocemente. In compenso il drappo bianconero sgualcito “Rangers”, esposto in gradinata, svolazza perché i tortonesi con le facce rosse per il tifo scuotono la rete su cui è appeso. A qualcuno dei locali scappa un “però, chi lur sono fort” e, negli ultimi dieci minuti, se l’impossibile non era ancora successo, succede: ad ogni passaggio tra bianconeri buona parte della Tribuna e della Gradinata, quanti eravamo e non lo sapevamo!, inneggia l’”OLE’”, qualche mandrogno applaude addirittura, il grosso dello Stadio ammutolisce ed Alessandria comincia ad uscire.

 

Tortona no. Tortona rimane li’ a gridare “LEONI LEONI” almeno 5-10 minuti dopo il fischio finale.

 

Meglio di una cena con la Schiffer, meglio di qualsiasi cosa. A quel punto si può andare a casa. Ma da Spinetta sino a Tortona e’ un corteo spontaneo di macchine che fanno festa pestando sui clacson. Indimenticabile. Alla radio esce Colombo, allenatore dei grigi, e fa la dichiarazione più dolce per le nostre orecchie: ”oggi noi abbiamo fatto la nostra partita ma il Derthona è stato eccezionale, i tortonesi saranno da tenere presente per la vittoria del campionato.


In effetti fu così. Vinse il campionato il Siena (il Siena!!!), Alessandria e Prato spareggiarono per il secondo posto e prevalse il Prato, dietro di loro Derthona, Lucchese e Pontedera. Un Derthona che forse rallentò per non fare il passo più lungo della gamba ma che mostrò un calcio offensivo, spumeggiante, spettacolare. Indimenticabile.

 

Chapeau al Derthona di Salvioni, glielo fecero all’epoca tutti gli avversari, glielo facciamo noi a Tortona ancora oggi.

 

 

FABIO TOSO


 


FRAMMENTI DI DERTHONA

Questo emozionante racconto fa parte della raccolta "FRAMMENTI DI DERTHONA" curata da Gianni Rossi nel dicembre 2013 facente parte, insieme alla Cena di Natale e alla Lotteria, dell'iniziativa "Batte il cuore di Tortona" che ci permise, insieme al vostro aiuto, di acquistare un defibrillatore cardiaco per il campo 'C. Cosola', utilizzato dal settore giovanile del Derthona.


 

Anche questo Natale Noi Siamo il Derthona organizza un evento volto alla solidarietà: la vendita del CALENDARIO STORICO FOTOGRAFICO DERTHONA 2016 acquistabile con un'offerta minima di 10€, il cui INTERO RICAVATO sarà devoluto all'associazione cittadina di volontariato per i disabili CiDiEsse Casa dei Sorrisi Onlus.

CALENDARIO STORICO FOTOGRAFICO 2016
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