O PASSA LA GAMBA O LA PALLA,
ENTRAMBE NO!
Il Derthona nella sua storia ha affrontato per quattro volte la Juventus in partite di campionato.
A ottobre parlammo della prima gara ufficiale disputata contro i bianconeri torinesi, che coincise per il Derthona, anche con l'esordio assoluto nel torneo di Prima Divisione. Il 4 febbraio 1923 si giocò al campo Marsiglia di Torino la partita di ritorno.
Secondo gli osservatori tortonesi, nonostante si uscì dal campo con una sconfitta, quella partita sarebbe stata relativamente facile e in gran parte dominata, ma i giornalisti dell'epoca analizzarono, senza tanti scrupoli, le cause della sconfitta accusando i giocatori di "intolleranza da parte di alcuni di essi di ogni prezioso insegnamento dell'ottimo trainer" e di questioni di inamicizia tra giocatore e giocatore. Sul giornale "Il Popolo" apparirono queste parole: "Non facciamo nomi, no, ma vi diciamo di lasciare le vostre beghe personali e le questioni di politica in disparte: quando giocate, deve essere uno scopo solo quello che vi guida: lo sport sinceramente fatto per tenere alto il nome di Tortona che soffre per voi, che gioisce per voi...".
Accuse molto curiose, forse impensabili per il calcio di oggi, ma in quegli anni la politica aveva una parte molto rilevante nella vita di tutti i giorni, e forse questo aspetto si ripercuoteva all'interno della squadra. Molto curiosa anche l'analisi che il giornale "La Stampa" fece del Derthona: ai "leoncelli" vennero riconosciute doti di agonismo ai limiti, descrivendoli così: "...fanno le loro entrate, affrontano l'uomo ed il pallone per solito collo slancio a piedi giunti con quella decisione persino un poco rabbiosa, con quella specie di abbandono di tutto il peso del corpo...". Praticamente con le regole moderne, nessuno di loro avrebbe terminato la partita. La pecca della squadra sarebbe stata invece, la poca organizzazione di gioco e la non proprio eccelsa tecnica a qualità di gioco.
Riportiamo quanto scrisse il giornale "La Stampa" di quella partita:
"JUVENTUS BATTE DERTHONA (2-0)
I tortonesi ricordano un poco i casalesi per lo slancio e la tenacia con cui giocano, e più ancora per un tratto caratteristico: il modo col quale disputano il pallone all'avversario. Fanno le loro entrate, affrontano l'uomo ed il pallone per solito collo slancio a piedi giunti con quella decisione persino un poco rabbiosa, con quella specie di abbandono di tutto il peso del corpo, che e sempre stata un po' la caratteristica dei nero-stellati. Ma ieri i tortonesi, non sappiamo se per la pesantezza del terreno, in tale manovra non sempre sapevano tenere l'equilibrio, e cadevano; riuscivano magari a togliere il pallone all'avversario, ma non a prenderlo per sé. In complesso però, si sono dimostrati buoni padroni del pallone. Sono discreti dribblatori e lavorano bene di testa. E queste sono forse le loro doti migliori: doti di individualità perché come insieme e sistema di giuoco nulla ci hanno detto di nuovo. Sembrano preferire il gioco largo ed ampio, che permette loro la folata improvvisa e pericolosa per l'avversario; mentre, quando indugiano in terreno avverso, alla ricerca della via del goal, ricorrendo alle risorse della tecnica, non appaiono altrettanto minacciosi. Ciò va addebitato alla prima linea che raramente, per indecisione o per partecipazione, sa tirare con efficacia in porla. Parecchie discese, condotte con vero ardimento e calore, si sono cosi arenate alla fase conclusiva. Questo, che si riferisce alla prima linea, é il più grave difetto — difetto quasi immancabile nei giovani — della squadra, la quale nel complesso é apparsa equilibrata nella sua inquadratura, senza defìcienze specifiche gravi né risorse speciali. Fiato sì i giovani «leoncelli» ne hanno dimostrato, e la superiorità nel secondo tempo la ottennero in grazia di questa invidiabile qualità. Nonostante una certa fisionomia che colora simpaticamente il loro gioco volitivo audace e veloce, i tortonesi hanno dimostrato un neo in una certa pesantezza di gioco, e forse più, nelle continue proteste sia verbali che... mute, ma non meno significative, contro le decisioni dell'arbitro. Degli uomini, sono sembrati superiori agli altri il contro-half ed i terzini. Molto discusso il portiere Gambuti. E' agile e pronto, ha buon occhio e buon piazzamento, ma difetta di presa e troppo sovente é caduto e si è messo in posizione di giuoco pericoloso. La Juventus è scesa in campo abbondantemente rimaneggiata con elementi di seconda categoria. La linea, mediana mancava di due «colonne»: Giriodi e Bigatto, sostituiti da Anselmino e Barale. Eppure il trio di sostegno è stato ancora il nucleo della squadra, la linea che, in confronto delle altre, ha salvata nettamente la posizione. Diremo subito che Monticone, in meravigliosa giornata, fu il miglior uomo in campo. Bene Barale; non troppo Anselmino. Valenzano fece rimpiangere Novo. Combi non fu molto impegnato. La prima linea ha condotto un gioco quasi nullo come assieme. I suoi momenti più felici furono costituiti da "strappate" brillantemente condotte, ora da questa ora da quello dei forwards. Ferraris ha ripreso in parte la sua briosa forma, ma ha gravemente difettato nel tiro in goal. Gallo, pur rimanendo il simpatico beniamino del pubblico, ci é apparso sopra una falsa strada. Talora ha voluto fare dell'individualità a tifare in porta; inoltre ci é sembrato che le sue centrate, una volta alte e spioventi, fossero ora troppo forti e troppo basse per essere ugualmente raccolte.
Arbitrate da Pistoletti di Milano, le squadre si sono presentate nelle seguenti formazioni.
Juventus: Combi. Valenzano e Bruna; Anselmino. Monticone e Barale; Sereno, Beccuti, Ferraris, Blando e Gallo
Derthona: Gambuti, Rabaglio e Re; Salamina, Bonzani e Barbieri; Gianelli, Crotti, Bellolio, Bonelli, Gaviglio.
Dei tortonesi mancano quindi Gatti e Lojacono. Essi giocano col segno del lutto al braccio, per la morte del padre di Gatti. Inizio veloce, brillante. Sono primi i tortonesi a sostare in campo avversario. Poi é la volta dei juventini, i quali insistono maggiormente all'attacco. Blando sbaglia una facile occasione. Si ristabilisce un certo alternato equilibrio di attacchi. Al 13° davanti a Combi si fa una lunga e pericolosa molée; al 20° Gambuti blocca un pallone di Barale; e subito dopo uno di Ferraris. Poi il gioco perde il suo ritmo sbrigliato e veloce. Verso la mezz'ora la difesa tortonese si porta sulla sinistra, donde scende una minacciosa calata. Blando raccoglie una rapida centrata e da 10 metri tira con via libera e segna. Segue un minuto febbrile per il Derthona, che vede la sua rete minacciata da due potenti e insidiosi tiri, uno dei quali batte contro un palo laterale. La difesa dei neri pare un po' scombussolata. La Juventus ne approfitta per imporre una netta superiorità. Dopo una spettacolosa ma inutile «girata» di Ferraris su passaggio di Gallo, verso il 45° contro il Derthona viene dato un corner. Tira magnificamente Gallo, Beccuti raccoglie di testa e segna il secondo punto a favore dei suoi colori. Alla ripresa, dopo qualche offensiva sferrata dai juventini, i tortonesi vanno affermandosi in una lenta ma irresistibile superiorità. Il gioco però si appesantisce. Già a metà del primo tempo Sereno e Gaviglio sono stati espulsi dall'arbitro e di quando in quando si teme che il provvedimento debba ripetersi. I tortonesi hanno maggior resistenza e si prodigano. La prima linea juventina, anche perchè Beccuti, appena convalescente, non é a punto, declina sempre più come collegamento. La difesa, pero, malgrado qualche errore é attenta, ed i "leoncelli" non possono superarla. Insistono come invasori, ma non riescono a convertirsi in espugnatori. Cosi la partita termina senza che avessero potuto segnare quel punto dell'onore chi si erano in verità meritato."
Molto bella la frase finale quasi epica "insistono come invasori, ma non riescono a convertirsi in espugnatori", parole che ci fanno sembrare le partite di quell'epoca forse come vere e proprie battaglie sul campo, dove probabilmente non ci si risparmiavano colpi ai limiti, ma si sa, se il calcio non "era" considerato uno sport per "signorine", ci saranno stati dei buoni motivi.
Nel campionato 1924/1925 di Prima Divisione, il Derthona affronterà nuovamente la Juventus, ma ne riparleremo nelle prossime occasioni.
BAFFO