IL RECORD E' DERTHONA-SPEZIA DEL 1923
Da decenni siamo abituati a vedere risolte le partite in cui ci deve essere un vincitore finale (gli spareggi, o i turni di un torneo o coppa a eliminazione diretta) con il classico accoppiamento
supplementari-rigori (o anche solo rigori, in alcuni casi), ma non è sempre stato così nella storia del calcio italiano. Ai tempi del calcio pionieristico, con le strutture e dimensioni dei
campionati ancora in fase di assestamento, le regole erano diverse. Da un estratto dal regolamento vigente nel 1920-21 ("Regolamento per il giuoco del calcio: norme tecniche di giuoco, decisioni
ufficiali della F.I.F.A., guida per l'arbitro, per i giuocatori e per i segretari"
Milano, Edizioni Galileo, 1921, testo recuperato grazie alla collaborazione della Biblioteca dell'Archiginnasio di Bologna), si legge il seguente testo:
"Articolo 2 DURATA DELLA PARTITA
La durata della partita è di 90 minuti primi, divisi in due periodi di eguale durata... La durata della partita può essere prolungata di due riprese supplementari di 15 minuti ciascuna allorché,
per proseguire nello svolgimento di eventuali gare, sia necessario stabilire un vincente. ... Trascorsa la mezz'ora supplementare, trovandosi ancora le squadre alla pari, si continuerà la
partita, sorteggiando nuovamente il campo, ad oltranza, cioè sino a quando una delle due squadre riesca a segnare un punto."
Praticamente, una specie di regola del "golden goal" ante litteram, introdotto in tempi moderni per un decennio circa a cavalla tra gli anni '90 e '00, poi abbandonata, ma con la
fondamentale differenza che, negli anni '20, scattava solo a seguito dei primi due tempi supplementari, con la partita che poteva durare per un tempo indefinito, mentre negli anni '90 era stata
introdotta per spingere le squadre a rischiare il tutto per tutto nei supplementari, senza attendere i rigori. Di fatto, non servì più di tanto a limitare il ricorso ai rigori, e alla fine fu
abolita. Ma vediamo ora come andò, invece, negli anni '20.
Premettiamo una domanda: per quale ragione, agli albori del "football" nostrano, si scelse l'oltranza e non, a esempio, il sorteggio, come metodo per stabilire un vincitore in caso di risultato
di parità che non si schioda?
Il credo degli "sportsmen" dell'epoca era tutto rivolto all'esaltazione degli ideali di lealtà sportiva e qualunque contesa doveva essere risolta con merito, senza alterare le regole principali
del gioco che, non dimentichiamolo, doveva ancora affermarsi a livello di interesse generale e conoscenza delle regole da parte di tutti. Altro aspetto regolamentare da considerare, per avere un
quadro generale: non erano previste sostituzioni. Se un giocatore non poteva proseguire per contusioni o altro infortunio, la sua squadra rimaneva menomata e non era insolito
vedere partite in cui una contendente rimaneva con nove o otto effettivi in campo. Succedeva così che le partite di spareggio, spesso disputate in piena estate, diventassero delle vere e proprie
sfide leggendarie, con atleti che si trascinavano eroicamente per ore sul terreno di gioco e poi crollavano esausti per la fatica, squadre decimate e bloccate dal timore di essere prese
d'infilata e quindi arroccate in difesa, in attesa di una fine che sembrava non giungere mai.
L'arbitro aveva facoltà, constatate le condizioni generali, di determinare la fine delle ostilità anche in assenza della rete risolutiva, per sfinimento degli atleti o per il sopraggiungimento
dell'oscurità (nessuno stadio era dotato di illuminazione artificiale) e concordare con le squadre una data per la ripetizione della partita.
La regola dell'oltranza rimase in uso fino alla prima metà degli anni '20, nel 1925 sembra già essere desueta, perchè negli spareggi del cd. "Scudetto delle pistole" tra
Bologna e Genoa, almeno uno finisce in parità dopo i tempi supplementari e viene disposta la ripetizione (e non l'oltranza), si veda a proposito https://it.wikipedia.org/wiki/Scudetto_delle_pistole
Nel 1929 viene introdotto il sorteggio (primo esempio nelle Qualificazioni alla Coppa dell'Europa Centrale: Genova 1893-Milan, andata e ritorno, finisce con due pareggi, al sorteggio passano i
rossoblù genovesi).
L'articolo del Corriere della Sera in cui si racconta del sorteggio, fonte Archivio Corriere della Sera https://archivio.corriere.it/
Nel 1929-30 "debuttano" la Serie A e la Serie B nazionali a girone unico e finisce l'era del calcio pionieristico.
Abbiamo provato a raccogliere notizie sulle partite a oltranza, di seguito trovate la classifica delle dieci che sono durate più a lungo e, come leggerete, il record è per un drammatico spareggio per non retrocedere in Seconda Divisione (il secondo livello nazionale) disputato a Genova il primo luglio 1923 tra Derthona FbC 1908 e Spezia FC 1906.
10. Livorno, 17/07/1921, Pro Vercelli-Bologna 2-1, 128'
Cominciamo la rassegna di match a oltranza con una gara di colossale importanza, la finale del campionato di Lega Nord Prima Divisione del 1920-21. Non è la finalissima di assegnazione dello scudetto, ma "quasi", perchè la differenza qualititiva tra le squadre del nord e quelle del centro-sud è ancora molto alta: vincere il torneo della Lega Nord significava aggiudicarsi poi il titolo nazionale, con probabilità che sfiorava la certezza. La Pro Vercelli si qualifica per la finale dopo un trafila infinita di tornei regionali e affronta in finale il Bologna, società emergente e con grandi ambizioni. Dopo una iniziale prevalenza emiliana, vinse la Pro con una rete di Alessandro Rampini all'ottavo minuto della ripetizione dei tempi supplementari. I giocatori della Pro sono portati in trionfo dal pubblico livornese, speranzoso di vedere poi i forti vercellesi trionfare contro gli odiati dirimpettai pisani nella finalissima per lo scudetto. E così sarà, con le "bianche casacche" che conquistano il sesto titolo nazionale. La rete viene contestata dai bolognesi per un presunto off-side, non visto dall'arbitro causa oscurità crescente, ma il risultato sarà omologato dalla Federazione.
Un recente articolo di Piermario Ferraro, con approfondimento dello storico spareggio: https://www.lastampa.it/vercelli/2016/07/24/news/il-primo-golden-gol-e-i-preziosi-scordatinovantacinque-anni-fa-il-6-scudetto-1.34839894/
Da La Stampa Sportiva - A.20 (1921) n.30, luglio, una formazione della Pro Vercelli, Campione d'Italia 1920-21 (fonte Archivio Museo dell'Automobile https://www.byterfly.eu/islandora/object/mauto:ssportiva)
Da La Stampa Sportiva - A.20 (1921) n.17, aprile, una formazione del Bologna (fonte Archivio Museo dell'Automobile https://www.byterfly.eu/islandora/object/mauto:ssportiva )
9. Padova, 28/09/1924, Prato-Ponziana (Trieste) 1-0, 128'
Il secondo match analizzato si disputa tra due squadre di Terza Divisione (una specie di Serie C, organizzata a livello regionale) all'inizio della stagione 1924-25: si tratta del primo turno di
qualificazioni alla Seconda Divisione e si sfidano Prato e Ponziana di Trieste. Tra la squadra toscana e quella triestina il risultato non schioda dallo 0 a 0 fino all'ottavo minuto della
ripetizione dei tempi supplementari. Autore del "golden goal" per i toscani è Dino Canestri, che sarà poi allenatore della Lazio e di una delle prime Nazionali Dilettanti,
vincendo l'oro nei Giochi del Mediterraneo di Beirut (Libano) 1959.
La storia della squadra del Ponziana, che ora milita in Eccellenza, è molto interessante, perchè intrecciata con le vicende storiche drammatiche di Trieste nel secondo dopoguerra: per un ottimo
resoconto, leggere qui: https://www.rivistaundici.com/2023/04/25/ponziana-trieste/
Il Ponziana (in maglia bianca) e la Fiumana (squadra di Fiume) insieme per la partita inaugurale del nuovo campo del Ponziana nel 1923 (fonte Gruppo Facebook "Ponziana Story", immagine pubblicata da Bruno Gasperutti)
Dino Canestri con la maglia della Lazio (fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Dino_Canestri)
8. 12/10/1924, Parma, US Milanese-Prato 2-2, 140'?
Ancora un match di Terza Divisione, secondo turno qualificazioni alla Seconda Divisione. Secondo spareggio che finisce a oltranza per il Prato, a distanza di sole due settimane dal
precedente. E' l'unico caso in cui, nonostante le ricerche sulle fonti, non si ha certezza della durata della partita. E' noto il risultato (2a2) e la causa della conclusione della partita
(oscurità), grazie una laconica riga presente sulla Gazzetta dello Sport del giorno successivo, mentre dal volume "A.C. Prato: oltre un secolo in biancazzurro" ricaviamo la sequenza dei
marcatori: vantaggio subitaneo milanese con Robecchi al 6', pareggio del pratese Bertini al 15', poi più nulla fino al secondo tempo supplementare, con il botta e risposta tra il toscano Mazzoni
e il lombardo Ortensi tra il 114' e 117' di gioco, infine fu oltranza per un tempo indefinito. Viene riportata una stima dell'oltranza, poco credibile per la stagione e gli usuali orari di inizo
pomeridiano delle partite, di 240' totali di gioco (potrebbero essere stati 140'?). Questa volta il Prato non riuscì a cavarsela, perchè nella ripetizione, giocata sette giorni dopo a Modena,
l'US Milanese si impose nettamente per 4a0, condannando i toscani a disputare il campionato di Terza Divisione.
L'US Milanese, con la classica divisa a quarti bianco-neri, è stata una formazione di grande rilevanza per lo sport lombardo degli anni pionieristici: per una bella ricostruzione, si può vedere
il seguente video di Fabio Belli per "Storie in Fuorigioco"
Il risultato dello spareggio su La Gazzetta dello Sport (fonte http://www.magliarossonera.it/ Enciclopedia del Milan on-line)
La rosa del Prato nel 1924-25, tratta da Giancarlo Tatti, Carlo Fontanelli e Luciano Ancilotti "A.C. Prato: oltre un secolo in biancazzurro", edizioni Geo (grazie alla Biblioteca Lazzerini di Prato)
7. Venezia, 12/10/1924, Triestina-Pro Gorizia 1-0, 144'
Ancora una partita dei campionati dell'est del paese: Terza Divisione, secondo turno qualificazioni alla Seconda Divisione, spareggio tra Triestina e Pro Gorizia deciso dalla rete su rigore di Sommer, che risolve la contesa a favore degli alabardati alla fine della ripetizione del primo tempo supplementare. La Pro Gorizia, compagine biancazzurra ora militante in Eccellenza e che festeggia ques'anno il centenario dalla nascita, ha fatto la storia dei campionati giuliani con un paio di partecipazioni al secondo livello nazionale.
Curiosità: mentre Wikipedia riporta come durata dello spareggio 133 minuti, Bruno Gasperutti, storico del calcio triestino, in un articolo su SportEst riporta 144 minuti; tendiamo a credere alla
correttezza della fonte locale.
http://www.sportest.it/caleidoscopio/gasperutti-e-la-storia-del-calcio-triestino-nel-1925-le-avversarie-sono-anche-milan-e-juventus-risse-tra-tifosi-nei-derby-giuliani.html
Collage foto storiche e attuali della Pro Gorizia, dalla pagina Facebook ufficiale del club
6. Ferrara, 05/02/1922, Reggiana-Mantovana 2-1, 146'
Nella stagione della "scissione" in due federazioni calcistiche, 1921-22, la Reggiana rimase fedele alla FIGC e si trovò a disputare uno spareggio per restare in Prima Categoria (la massima
serie) con la Mantovana, seconda squadra di Mantova. La partita vide concludersi i 90' minuti sul punteggio di 1a1 (reti di Romano per i granata e di Biagio per i virgiliani), si disputarono i
primi due tempi supplementari, ma ancora non bastò, finchè non ci pensò il "solito" Felice Romano, bomber nato in Argentina da emigrati italiani, che aveva già vestito la maglia
della Nazionale Italiana e del Torino.
La descrizione di alcune fasi del drammatico spareggio sono riportate nella splendida opera "Storia della Reggiana" di Mauro Del Bue
https://www.tecnograf.biz/storia-reggiana/
"Una nuova guerra? Intanto al Municipale proiettano 'Dalla guerra alla pace', film patriottico e commovente della guerra vera. Ma questa qui è forse la partita dell’anno, del decennio, del
secolo. Una partita che non finisce mai. Che dura ben 146 minuti, ma che poteva durare anche due giorni. Dopo l’1 a 1 dei tempi supplementari, infatti, le due squadre e l’arbitro si mettono
d’accordo di andare avanti ad oltranza, fino a che una squadra non avesse segnato un gol. Un golden gol d’avanguardia. Finisce così che, con giocatori stremati e sfiancati, con crampi e urla di
dolore, che neppure a Caporetto si sentivano, Romano, il grande Romano che alla Mantovana ne ha infilati sei in tre partite, affonda l’ultimo fatale colpo ai virgiliani di serie C, con un tiro
liberatore. Finalmente possono tornare a casa i calciatori da Ferrara e riabbracciare le loro morose e amici vari, mamme e papà. Evviva, la Reggiana ha vinto la guerra. E i giocatori sono tutti
vivi. Ce ne torniamo a casa da Ferrara contenti della vittoria e della salvezza."